lunedì 4 ottobre 2021

Realtà Virtuale in psicoterapia? "Si...può...fareeeee!!!"

Non vi nascondo una punta di orgoglio nello scrivere questo post: si trattava di una idea che avevo in mente da anni, ma le evidenze scientifiche erano ancora troppo poche e i costi dei dispositivi necessari ancora proibitivi. 

Essendomi negli ultimi tempi reso però conto che gli studi aumentavano, offrendo così una certa solidità scientifica, quest'estate, dopo lunga e sofferta riflessione, ho scelto, acquistato e assemblato la componentistica necessaria per poter iniziare ad integrare ai "protocolli" terapeutici classici anche quelli della VRET, ovvero della Virtual Reality Therapy. 

Si tratta di un campo ancora poco esplorato ma che ha delle potenzialità immense, e che nei prossimi anni vedrà un crescendo esponenziale del proprio impiego all'interno degli studi di psicoterapia. 

Ringrazio Maurizio per avermi delicatamente (a modo suo ovviamente) incentivato a muovermi, e per il supporto continuativo che mi sta fornendo per lo sviluppo degli ambienti 3D e virtuali che vengono implementati e personalizzati per le esigenze specifiche di ogni paziente. 


Se vi state chiedendo di cosa si tratti nello specifico, posso dirvi che, in alcune condizioni, è possibile integrare al classico lavoro di terapia "sulle poltroncine", anche l'impiego di un casco per la Realtà Virtuale, all'interno del quale viene ricreato un ambiente "significativo" per il paziente, in cui quest'ultimo, dietro la supervisione del terapeuta, potrà affrontare (e risolvere) la propria difficoltà. 

Immaginate di avere paura dei luoghi chiusi, affollati e pieni di unicorni rosa :) 

Bene, verrà ricreato appositamente un contesto simile, e all'interno di esso il paziente, nel corso delle sedute, inizierà prima a familiarizzarci e poi ad entrarci in relazione.  

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